Osservatorio Astrologico la Specola a Padova

Osservatorio Astrologico la Specola a Padova
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L'osservatorio astronomico di Padova ha origini molto antiche e si trova all'interno della Specola della medesima città. Più precisamente è sito nella torre più alta del castello della cittadina Padovana, la Torlonga. Essa ha un'altezza di 49.59 m e di 53.30 m con l'antenna parafulmine ed è costituita al suo interno da 252 gradini.

Un pò di storia

La Torlonga è una delle due torri che compongono il castello medioevale di Padova la cui funzione era di difesa medievale. Fu costruita nel IX secolo d.C. e risistemata nel XIII per opera di Ezzelino III da Romano. La torre è famosa per la crudeltà di questo condottiero che la utilizzava come prigione e luogo di tortura per i suoi nemici. Ben presto però il tiranno abbandonò il castello che cadde in stato di abbandono. Quando subentrarono i Carraresi, nuova famiglia signorile di Padova nella seconda metà del '300, il castello riprese vita in quanto decisero di ricostruire la struttura sui resti già esistenti.

Una volta concluso il lavoro di ricostruzione a meta del '500, fu la volta della cinta muraria, ma anche questa volta la struttura ebbe la stessa sorte del periodo precedente. La Torlonga ed il castello versarono in stato di abbandono e persero completamente la loro funzione militare. Non ci fu più niente da fare tant'è che nel '700, l'ormai divenuto rudere, il castello veniva chiamato Castel Vecchio la cui funzione divenne di deposito di paglia, granaglie, fieno, armi e munizioni.


Bisognerà attendere solo il 1761 per vedere una vera svolta dell'intera struttura, data in cui il senato veneziano firmò un decreto per istituire un osservatorio astronomico utile all'Università di Padova. Tale progetto fu studiato e realizzato dall'abate Giuseppe Toaldo e dall'architetto Domenico Cerato di Vicenza. Quest'ultimo pensò di impiegare il già esistente torrione per inserire, in cima, le sale utili per l'osservazione.

Il progetto era ampio e ben studiato proprio da Domenico Cerato che nel suo immaginario vedeva due osservatori ben distinti, ognuno dei quali doveva svolgere una determinata funzione. L'osservatorio superiore sarebbe stato costruito in cima alla torre con una struttura ottagonale composto da alte finestre.

Questo perché si potesse osservare, dall'interno della sala, il cielo nella sua globalità dell'orizzonte allo zenit. Attorno ad essa fu progettata una grande terrazza, leggermente più ampia verso sud, per poter collocare qualche strumento utile per l'osservazione. Il secondo osservatorio doveva essere collocato a 16 m di altezza e si trattava di una sala destinata solo alla lettura del mezzogiorno sulla linea della meridiana da incidere sulla pavimentazione e per osservare gli astri nel passaggio al meridiano celeste. Nel 1777 sulla porta d'ingresso della torre, fu incisa una lapide come testimonianza dell'avvenuta trasformazione della torre stessa: da prigione e sala delle torture ad un luogo di tutto rispetto utile agli studi astronomici.


Giacomo Ciesa (pittore di Vicenza) si occupò di affrescare la sala ottagonale con soggetti di tipo astronomico pensati e ideati da Toaldo. I lavori durarono dal settembre 1772 fino ad agosto dell'anno successivo. Per tutto il '700 ed un pezzo dell'800 per accedere alla Specola bisognava passare dall'attuale piazza Castello.


Toaldo fu una figura molto importante per questo progetto, infatti fu anche colui che ottenne il permesso per installare il parafulmine in cima alla torre. Nel 1773, a lavori non ancora terminati, ci fu la prima in assoluto installazione di un'antenna parafulmine in un luogo pubblico nella Repubblica veneziana. Ciò avvenne grazie all'invenzione di Benjamin Franklin (1750) insieme al professore di Ginevra Horace-Bénédict de Saussure che si trovava di passaggio a Padova.


Si può dunque affermare che i lavori sulla Specola di Padova terminarono nel 1777, ma non si può dire lo stesso per ciò che riguarda l'interno arredo di strumenti che avvenne in più fasi. La prima cominciò nel 1779 con l'arrivo di un enorme quadrante che fu fissato al muro all'interno della sala della meridiana dopo aver viaggiato prima in nave e poi in battello, dall'Inghilterra a Venezia. Alla fine del '700 i principali strumenti che vi si trovavano all'interno dell'Osservatorio erano: cannocchiali, quadranti, orologi a pendolo, rifrattori ed altri ancora necessari per misurare le coordinate celesti (come ad esempio la macchina parallattica e lo strumento dei passaggi).


Napoleone Bonaparte ebbe un ruolo molto importante per la sorte dell'osservatorio, in quanto il 25 luglio del 1806 emanò un decreto in cui annunciava la conservazione dell'Università di Padova e quindi di conseguenza anche l'osservatorio.

Le cose però cominciarono a cambiare con l'entrata in guerra dell'Italia (24 maggio 1915) che vide Padova divenire sede del Comando Supremo delle Forze Armate che vollero utilizzare gli apparecchi telegrafici per l'ora presenti presso l'osservatorio e successivamente (nel 1916) la torre fu impiegata per avvistare gli aerei dei nemici grazie alla sua altezza e posizione strategica. L'osservatorio fu restituito alla sua funzione e all'università di Padova solamente nel 1919.


Nel 1942 fu costruita la succursale sita in Asiago in cui fu istituito un nuovo osservatorio e di conseguenza la torre della Specola non fu mai più impiegata per le osservazioni astronomiche. Solamente alcuni locali furono adibiti a biblioteca antica e archivio.

La Specola divenuta museo

L'osservatorio di Padova divenne giuridicamente autonomo nel 1923, ma nel 1994 presentò una domanda al Ministero delle Finanze per potersi aggiudicare un'altra struttura ovvero la "Casa del Munizioniere" del Castelvecchio, trasformata in infermeria del carcere durante il dominio dell'Austria. Nel medesimo anno l'osservatorio ottenne la nomina di Museo La Specola grazie all'istituzione deliberata dal consiglio direttivo.

Qualche anno più tardi, la struttura si ampliò grazie all'acquisizione di ulteriori spazi che consentì di ingrandire lo spazio museale e di destinare la torre solamente come museo.


In conclusione, dal 1994 il Museo La Specola espone, conserva e restaura tutta la strumentazione utile all'osservazione impiegata dagli astronomi padovani durante i 250 anni della loro storia.

Struttura INAF e Ricerche

 L'Osservatorio Astronomico di Padova è una delle principali strutture del INAF, l'istituto nazionale di Astrofisica in Italia.

Oltre 30 scienziati, 20 ricercatori e ulteriori 30 tecnici, occupano stabilmente la struttura che resta aperta anche ai non addetti ai lavori durante il week end.

Oltre alla attività di tipo scientifico e di ricerca, infatti, l'Osservatorio è aperto al pubblico tutti i fine settimana, sia per i singoli che per le visite di gruppo.

Il complesso dell'Osservatorio Astronomico di Padova si sviluppa in 3 diverse strutture

- Ala Nord con la Torre,
- Ala Sud ex residenza storica,
- la Casa del Monizioniere sul retro in fase di restauro.

L'osservatorio è situato lungo la riva del Bacchiglione e insieme a quello di Asiago, ospita uno dei più grandi telescopi italiani.

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